L’avventura del bambino senza nome

questa storia è scritta da: Flavia Dituri, Asia Hoxha, Antonella Nanna, e Carol Petruzzi

C’era una volta un bambino che non aveva un nome: viveva sul Sole e aveva bisogno di un amico.

Egli era un fanciullo molto curioso e pieno di domande. Il luogo in cui abitava era molto luminoso e aveva un unico legame fortissimo con il cane di nome Biscotto dal quale si sentiva un po’ deluso perché non pensava e non diventava come lui, così un giorno decise di lasciarlo per trovare un compagno con cui giocare veramente.

Il piccolo decise di andarlo a cercare sulla Terra dove si imbattè in regole per lui bizzarre e la più bizzarra di tutte era quella che parlava di RISPETTO, scritta addirittura in un grande libro chiamato Costituzione.

Non comprendeva cosa fosse esattamente perché lui sulla sua Stella era abituato a fare ciò che voleva: si alzava a qualsiasi ora del giorno, non rifaceva mai il letto, lasciava la spazzatura ovunque e rimproverava costantemente il suo cane perché si sentiva superiore a lui. Inoltre lo trattava come un giocattolo, lo portava a spasso nel passeggino come fosse un bambino e lo vestiva in maniera talmente ridicola con un fiocco enorme di colore rosa che teneva legate e tirate le due orecchie sulla testa, che rideva lui stesso quando lo vedeva.

Sulla Terra?

Ognuno aveva il Diritto di essere se stesso, di andare a scuola e studiare, di avere una famiglia, una casa, un nome e cognome. Il dovere di non sporcare e inquinare l’ambiente e di considerare anche il più piccolo degli insetti importante per l’equilibrio dell’ECOSISTEMA.

Così il fanciullo decise di lamentarsi opponendosi direttamente alle autorità di tutte le città del mondo, ma…nulla da fare. Ognuno gli spiegava che le cose non potevano cambiare e che a cambiare doveva essere lui.

Durante uno dei tanti viaggi, incontrò una maestra che si era slogata una caviglia mentre pedalava la sua bicicletta su una stradina colorata chiamata pista ciclabile. Lei chiese aiuto al giovane passante, ma lui non sapeva cosa volesse dire aiutare e… la maestra alquanto sorpresa, glielo spiegò con molta calma e con le giuste parole come sanno fare le maestre.

Così il bambino l’accompagnò a casa, la medicò, le preparò qualcosa da mangiare e nell’andar via scoprì che dai suoi occhi fuoriuscivano goccioline di acqua e il suo cuore era pieno di qualcosa che non aveva mai provato.

Il viaggio sulla Terra gli aveva insegnato molte cose che lo facevano stare bene per molto tempo. Aveva soprattutto scoperto un segreto che quella maestra gli svelò: “Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.”

Fu così che il piccolo sentì di tornare dall’unico e fedele amico Biscotto e di “Rispettarlo”, anche se diverso da lui.

E da quel giorno vissero felici e…dimenticavo!

Prima di salutarlo la maestra gli aveva regalato qualcosa di speciale: un nome, GIOVANNINO.